MONITORAGGIO BIOLOGICO DELL’ESPOSIZIONE OCCUPAZIONALE A BENZENE

Il benzene è un idrocarburo aromatico, molto volatile (temperatura di ebollizione 80,1 °C), inquinante ubiquitario (in quanto prodotto dalla combustione di sostanze organiche), presente anche nel petrolio e suoi derivati, come la benzina, e nel fumo di tabacco.
Le sue qualità di ottimo solvente ne hanno determinato, nel secolo scorso, una grande diffusione di utilizzo per molti processi industriali, fino a quando la sua tossicità e cancerogenicità sono state accertate riducendone fortemente l’impiego attraverso normative sempre più stringenti e riducendo di conseguenza sempre di più i possibili livelli di esposizione.
Il benzene viene assorbito prevalentemente per inalazione e per contatto cutaneo e metabolizzato dal fegato. Alla luce della nuova, più stringente, normativa europea sulla protezione dei lavoratori (ad esempio settore petrolchimico, addetti alle pompe di carburante, vigili urbani) dai rischi di esposizione a cancerogeni (direttiva (UE) 2022/431), in recepimento in Italia nel 2024, che riduce i valori limite di esposizione occupazionale al benzene, assume particolare importanza, ai fini della valutazione del rischio espositivo, la scelta della corretta metodica per la determinazione della dose assorbita e quindi dell’indicatore biologico di esposizione e della tecnica analitica utilizzata, che dovrà avere una sensibilità adeguata al nuovo valore limite di esposizione, e specifica, per minimizzare i rischi di interferenze e fattori di confondimento.

Fonte: INAIL

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